“Non avrei mai potuto immaginare che si potessero aprire le porte della propria casa a degli sconosciuti”. Ancora si sorprende Lyudmyla, pur essendo passato ormai piu di un anno da quando con suo marito e i suoi due figli e arrivata a Bari da Kiev. “L’accoglienza che abbiamo ricevuto da una famiglia di baresi – mi ripete con voce incredula - e stata una vera e propria lezione di vita”.
Sono davvero grati alla citta di Bari e per questo motivo hanno deciso di voler provare a ricambiare.
Occasione e il progetto che vede collaborare il Comune di Bari con la Coop. sociale Gea per l’istituzione di un Albo di Famiglie Senza Confini - Adulti. Un progetto che prevede anche numerosi partner che affiancano Comune di Bari (assessorato al Welfare) e la Coop. Gea nella realizzazione delle attivita.
Lyudmyla e sua figlia di 17 anni sono andate in sede, in via Livatino 94, un mercoledi, giorno in cui lo sportello e aperto dalle 15 alle 19. “Abbiamo voglia di ricambiare – hanno detto all’operatrice sociale – e, non potendo offrire accoglienza in casa, siamo disponibili ad accompagnare in giro per la citta chi arrivera a Bari dall’estero, oppure italiani, giovani o anziani, in difficolta. Mostreremo loro la citta, gli uffici comunali, le scuole, i medici di base, ma anche le bellezze di questa vostra grande citta che ci ha accolto a braccia aperte. Disponibilita, accoglienza, e attenzione sincera verso noi e in particolare verso i nostri figli ci trasmesso la voglia di ricominciare a vivere”.
Sono arrivati a Bari, attraverso i passaparola di amici italiani, e sono stati accolti in due case differenti: lei e suo marito in una casa e i loro figli in un’altra. “L’attenzione che la famiglia ha offerto ai miei figli e stata commovente. Essendo la signora una docente ha inserito da subito a scuola i nostri due figli in maniera da non lasciarli indietro e, con non poche difficolta, ma molta accoglienza anche da parte delle istituzioni, ora hanno concluso l’anno scolastico italiano. Non sapevamo, infatti, quanto sarebbe durata la guerra e quindi hanno proseguito la scuola ucraina online il pomeriggio e la mattina andavano nella scuola italiana e in presenza. Ed e stato importantissimo. Poter uscire, socializzare, ridere, praticare sport nella vostra citta ha reso i miei figli piu sereni e anche piu forti. Non tutti noi ucraini rifugiati abbiamo avuto questa opportunita. Molti sono rimasti chiusi in casa a studiare online in attesa di poter parlare con altri ragazzi al rientro in Ucraina”.
Dopo 4-5 mesi dal loro arrivo da Kiev a Bari la famiglia ha trovato una sistemazione per stare di nuovo tutti insieme. Un piccolo appartamento in comodato d’uso. Lei lavora in smart working per l’Ucraina, suo marito e in pensione.
“Non so ancora quanto rimarremo a Bari – ha concluso Lyudmyla - ma questo tempo che abbiamo vogliamo offrirlo a chi piu ne ha bisogno. Vogliamo essere i mentori che accolgono persone in difficolta italiane o migranti. Il desiderio e partito proprio da mia figlia che ha realizzato quanto sia stato importante per lei essere accompagnata a scuola, stringere nuove amicizie, socializzare in un contesto di cui non conosceva neanche la lingua. Siamo pronti a cominciare e soprattutto a ricambiare”.
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Maria Luisa Troisi